Satyricon in treno - il macinatore di slides
Anche quest’anno, nonostante le chiacchierate inchieste sulle uova e l’impennata del cacao, nessun biglietto d’oro per il piccolo macinatore di slide. Da quando gli hanno detto che un algoritmo riassume meglio di lui, guarda i tubetti di dentifricio in un modo diverso. Proprio lui, che è fin dal saggio breve, passando per l’ECDL, che raccoglie timbri, sigilli e feedback sognando Willy Wonka, inizia a simpatizzare con il signor Bucket. In fondo, ci spera in quella lezione-lieto fine sulla manutenzione: ignora le istruzioni antincendio nelle porte degli hotel ma lo rasserena visualizzare sul 2D la propria collocazione e le vie di fuga (di cervelli) a disposizione. Dalla sua, “porta” pure il buon vecchio sliding doors. Ovvio, se solo avesse imparato il tedesco…aveva forse ragione suo nonno? Eppure, riflettendoci, il commitment verso quella lista di obiettivi pre-confezionati mal si sposa con la repellenza per i libretti di istruzioni e la propensione al famoso (o famigerato?) chiringuito, tipico della sua generazione. E ben venga l’innovazione, staffiamolo sto algoritmo, che il tempo è denaro. Lasciando per un attimo in sala d’attesa il processo (di televoto) all’artificiale, risulta chiara la direzione del progresso. Quel che appare opaco - seppur con qualche flag in emersione qua e là - è l’impatto che avrà il tanto bramato vuoto sul laborioso macinatore di slide. Cosa macinerà nelle sue giornate da manutentore-spettatore del drafting di slide in cruise control? Forse, oltre al personal per smaltire la colomba, s’ha da fissare il vuoto, almeno venti minuti ogni tre giorni, per iniziare ad allenare la resilienza alle proprie involuzioni. In fondo, tutte le macchine necessitano, di tanto in tanto, di manutenzione.