L’assoluta assenza di novità dell’ateismo, dal genocidio della Vandea ai giorni nostri.

Il dibattito politico ed un certo orientamento ideologico pretendono sistematicamente di diffondere la convinzione, che non pare mai essere posta in dubbio, secondo cui lo sviluppo tecnologico ed intellettuale dei decenni successivi all’ultimo dopoguerra stia per la prima volta nella storia dipanando la nube religiosa che avrebbe oppresso per secoli l’Europa ed il Mondo.

I sostenitori di un certo programma politico necessitano infatti di fondare la propria ideologia su tale assioma, al fine di promettere un radioso futuro derivante da quello che sarebbe, nelle convinzioni di costoro, il primo momento di diffuso allontanamento dal Cristianesimo dopo secoli, per non dire millenni, di inscalfibili convinzioni cristiane della Vecchia Europa, conferendo dunque alla visione ed al programma di costoro un presunto profilo di novità nella storia.

Da ciò deriverebbe che gli atei d’oggigiorno non sarebbero dei meri senza dio di nessuna rilevanza storica o intellettuale, bensì eroici pionieri di un nuovo mondo futuro, in quanto, per primi, avrebbero il coraggio di prospettare ed edificare un’Europa lontana, o meglio, secondo la loro convinzione, “libera” dalla religione e dalla Fede cattolica.

Una più attenta, ma neanche eccessivamente complessa, analisi degli ultimi secoli permette tuttavia di osservare la questione sotto un’ottica differente.

Ideologie laiciste o, anzi, direttamente ed esplicitamente anticristiane, non sono per nulla una novità emersa da menti brillanti del pensiero degli ultimi decenni, bensì un fenomeno storicamente sistematico, quasi ciclico, sostenuto da plotoni di masnade, solitamente aggressive e scomposte, nonché da intellettuali politicamente schierati, artefici di facinorose opere di distruzione di reliquie, opere d’arte, città e del massacro di innocenti.

Al riguardo appare per semplicità utile ricordare un noto discorso ai soldati che per contenuto potrebbe apparire pronunciato oggigiorno, attribuito all’importante Generale settecentesco François Athanase Charette de la Contrie, il quale, combattendo per il popolo cattolico vandeano contro l’esercito rivoluzionario francese, giustamente osservò come il mondo fondato sull’assenza di Dio che i rivoluzionari pretendono essere nuovo difetta in realtà di qualsivoglia pregio di novità, essendo soltanto una perversa ideologia demoniaca che si ripresenta di secolo in secolo:

“La nostra patria sono i nostri villaggi, i nostri altari, le nostre tombe, tutto ciò che i nostri padri hanno amato prima di noi. La nostra patria è la nostra Fede, la nostra terra. Ma la loro patria, che cos'è? Lo capite voi? Vogliono distruggere i costumi, l'ordine, la Tradizione. Allora, che cos'è questa patria che sfida il passato, senza fedeltà, senz'amore? Questa patria di disonore e irreligione? [...] È vecchio come il diavolo il loro mondo che dicono nuovo e vogliono fondare sull'assenza di Dio. Si dice che siamo i fautori delle vecchie superstizioni... Fanno ridere! Ma di fronte a questi demoni che rinascono di secolo in secolo, noi siamo la gioventù, signori! Siamo la gioventù di Dio. La gioventù della fedeltà! E questa gioventù vuole preservare per sé e per i propri figli il credo degli uomini e la libertà dell’uomo interiore.”

L’assoluta attualità di ogni parola riportata in tale discorso della fine del Settecento non può che già di per sé confermare come l’ateismo attuale, asseritamente nuovo, sia in realtà una riproposizione costante di invenzioni superate e storicamente impresentabili per l’efferatezza delle azioni che ha comportato.

Né si potrebbe sostenere quanto a volte paventato dal pensiero attuale per ragioni d’immagine, secondo cui sussisterebbe uno scontro tra anziani bigotti, i quali invece sono solitamente ex sessantottini dal passato socialista, e giovani illuminati, alfieri di un futuro ateo. A solo titolo d’esempio storico, i capi dell’armata cattolica vandeana precedentemente citata erano giovani, se non giovanissimi[1], eroi cristiani schierati contro rivoluzionari francesi di età ben più matura, per non dire anziani.

 L’ideologia atea o laicista di oggi non può dunque fregiarsi d’essere né innovativa né giovanile, ma anzi remota e consunta come il peccato, nonché macchiata e anzi caratterizzata dai peggiori crimini.

Anche la storia successiva pare confermare una sostanziale ciclicità nella diffusione della predetta ideologia atea ed anticristiana, nonché la predetta assenza di qualsivoglia novità del relativo pensiero.

Pare sufficiente rammentare come ad un diffuso ripristino della Fede cristiana durante la Restaurazione, seguirono decenni di persecuzioni mediante leggi di impronta massonica di generale confisca delle proprietà ecclesiastiche, con la soppressione statuale degli Ordini religiosi contemplativi, anche in tal caso nel nome di un futuro finalmente lontano dal Cristianesimo. Occorre ad esempio ricordare come proprio nel XIX secolo, generalmente associato ad una società tradizionale e cristiana, avvenne la violenta aggressione militare contro il rappresentante di Cristo in terra, con sottrazione alla Chiesa, senza ragione alcuna né casus belli, di tutti i territori pacificamente controllati dalla medesima da oltre mille anni.

Tra le molte sanguinarie persecuzioni contro i cristiani degli inizi del secolo scorso appaiono invece per brevità da rammentare i sistematici massacri di cattolici in Messico ed in Spagna durante la guerra civile degli anni ‘30, caratterizzati dall’obiettivo dichiarato dei Governi dell’epoca di cancellare il Cristianesimo dalla storia iberica. Del resto, la distruzione di buona parte delle chiese ed il massacro in Spagna di circa settemila religiosi appare al riguardo più che manifesto del predetto intento, persino più evidente dell’uccisione dei laici massacrati per la loro Fede, le cui stime sono maggiormente difficili ma ammonterebbero, secondo gli studiosi, a decine di migliaia di martiri. Parimenti mosso dal medesimo intento di eliminazione della Fede cristiana per la costruzione di un differente futuro era notoriamente anche Hitler, come emerso sia da documenti che da dichiarazioni dei suoi collaboratori. Egli, del resto, privo di qualsiasi fede religiosa e nemico del Papato, convinto vegetariano, sostenitore dell’ambientalismo e soprattutto dell’animalismo, pare ideologicamente alquanto prossimo agli odierni ideologi del predetto futuro ateo, nonché all’ideologia comunista.

Con quanto detto, senza pretese di esaustività, si è voluto riflettere sull’assoluta risalenza temporale di ideologie laiciste o persino anticristiane, le quali, anche storicamente, vengono sistematicamente proposte dai loro fautori come innovative e che, invece, non si risolvono altro che in una stanca riproposizione di ideologie remote, che nulla hanno portato di positivo o di intellettualmente edificante, come costoro invece con mera retorica vorrebbero sostenere, bensì soltanto distruzione di città e di opere d’arte, violenza e morte.


[1]     A solo titolo d’esempio il Generalissimo Henri de La Rochejaquelein mori in combattimento a 21 anni; Jacques Cathelineau, detto il Santo dell’Anjou, a 34 anni, anch’egli in combattimento; François Athanase Charette de la Contrie fu catturato e fucilato dai rivoluzionari a 32 anni.

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Il dipinto del Sacro Cuore di Pompeo Batoni nella storia del cattolicesimo