Una prospettiva sul rapporto tra natura e architettura

"C’era una volta una città nel cuore dell’America dove tutta la vita sembrava scorrere in armonia con il paesaggio circostante. La città si stendeva al centro d’una scacchiera di operose fattorie, tra campi di grano e colline coltivate a frutteto dove, di primavera, le bianche nuvole dei rami in fiore spiccavano sul verde dei prati. D’autunno le querce, gli aceri e le betulle si vestivano di fogliame rosseggiante che lampeggiava come fiamma tra le scure cupole dei pini... La regione era famosa, infatti, per l’abbondanza e la varietà degli uccelli che vi stanziavano e, quando gli stormi migranti arrivavano e ripartivano in primavera e in autunno, la gente veniva da grandi distanze per assistere al loro passaggio...

D’improvviso un influsso maligno colpì l’intera zona, ed ogni cosa cominciò a cambiare. La popolazione cadde sotto il potere di una diabolica magia; il pollame fu decimato da misteriose malattie; i bovini e le pecore si ammalarono e perirono. Dappertutto aleggiava l’ombra della morte. Si trattava d’una singolare epidemia. Gli uccelli, per esempio: dove erano andati a finire?... I rari uccelli che si potevano vedere erano moribondi; assaliti da forti tremiti, non potevano più volare. La primavera era ormai priva del loro canto...

Nelle grondaie e tra le tegole di tetti apparivano le tracce d’una polvere bianca e granulosa; essa era caduta come neve, qualche settimana prima, sulle case e sulla strade, sui campi e sui fiumi. Nessuna magia, nessuna azione nemica aveva arrestato il risorgere di una nuova vita: gli abitanti stessi ne erano colpevoli.

Una città come questa non esiste nella realtà, ma la si può ricostruire prendendo come esempio migliaia di località in America e in ogni altra parte del mondo.

Anche se inavvertito, un truce fantasma cammina al nostro fianco, e la catastrofe qui prospettata può facilmente diventare una tragica realtà.”

 La situazione raccapricciante dell'homo abitans contemporaneo è tratteggiata con franchezza quasi rude da questo passo del libro "Primavera silenziosa" di Rachel Carson, che con perentorietà sentenzia: "gli abitanti stessi ne sono colpevoli". Questa non vuole essere la recriminazione di giovani ambientalisti idealisti e piagnucoloni, ma la denuncia che tra uomo e natura c'è ormai un distacco abissale, la cui causa è da ricondursi al processo di tecnologizzazione del mondo moderno che ha investito tutte le dimensioni dell'umano.

"C’era una volta una città nel cuore dell’America dove tutta la vita sembrava scorrere in armonia con il paesaggio circostante.”

Dal libro emerge in modo cristallino anche il parallelismo tra progressiva riduzione della spinta vitale della natura e decadimento architettonico: se da una parte i pesticidi hanno atrofizzato il movimento biologico naturale, dall'altra piani urbanistici poco lungimiranti e l'introduzione di nuovi materiali e nuove tecniche di costruzione hanno rovinato il modo di abitare delle persone, riducendolo alla mera dimensione del fabbisogno ed epurandolo del suo carattere propriamente simbolico. Le periferie anonime e i centri commerciali, - contenitori asettici di merci e persone -, sono il risultato di questo pensiero funzionalista.

Questi processi hanno un minino comune denominatore: lo sviluppo tecnologico, dimensione importante e mirabile, ma che diviene mostruosa se guidata dal bieco interesse economico e svuotata da un agire orientato al benessere.

L'autore è categorico: bisogna tornare ad un'architettura che tragga ispirazione dalla natura, dalle sue forme e strutture, e che sviluppi progetti di integrazione tra l'elemento naturale già in essere e quello artificiale in divenire, altrimenti è a rischio il benessere dell'habitat umano.

Arch. Pietro Loteni

Nato nel 1995 a Padova, ha frequentato il liceo scientifico Ippolito Nievo di Padova. Nel 2020 consegue la laurea magistrale in architettura presso lo IUAV di Venezia con tesi sulla rigenerazione di un’area del centro di Padova. Attualmente lavora come libero professionista a Padova e collabora con alcuni studi professionali in progetti di restauro e rigenerazione, progettazione di impiantistica sportiva con attenzione alla sostenibilità energetica.

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Recensione a “La lunga notte. La caduta del Duce”

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