L’amore necessario. La forza che muove il mondo

 

È un “catalogo dell’amore” quello presentato da Marcello Veneziani nel suo ultimo libro, “L’Amore necessario”, edito da Marsilio. Dopo gli ultimi scritti, concentrati su temi maggiormente “terreni”, lo scrittore e filosofo pugliese ha solcato la linea del tangibile per addentrarsi in un argomento impalpabile, etereo, forse il più difficile da analizzare: l’amore. E lo fa aprendo il suo libro con un preambolo e mettendo subito a confronto “amore” e “odio”, due sentimenti contrastanti, opposti, l’uno portatore di gioia e tranquillità, l’altro di pigrizia, inerzia e accidia. Ma il contrario dell’amore non è l’odio, ma l’indifferenza, forse il male peggiore del nostro tempo, un tempo in cui la retorica sull’amore è talmente oppressiva da disvelare un vero e proprio nichilismo amoroso. “Quando tutto è chiamato amore, l’amore perde senso e profondità.  Se l’amore si fa generico, smette di essere amore”.

L’amore non è libero, perché la sua legge elementare è il vincolo, bensì è necessario e proprio per questo ci rende (o ci dovrebbe rendere) necessariamente liberi. Per questo non va confuso con altre forme di relazione nate dal possesso, dal bisogno, dall’attrazione.

Ma “L’Amore necessario” non è un saggio romantico o passionale, bensì una lode alle varie forme dell’amore. L’amore per la vita, necessario per vivere. L’amore familiare, che ha al centro la famiglia. L’amor patrio, fondato sui legami con le proprie radici. Ci si allarga poi ad altri tipi di amore fino a giungere all’amore più alto, quello verso Dio. Un viaggio dalla terra al cielo.

Dopo aver percorso i “nove gradi dell’amore”, quasi fosse Dante, Veneziani torna nello spazio-tempo presente per concludere il suo saggio con una riflessione sull’Intelligenza Artificiale, il cui unico argine è proprio l’amore, energia che non potrà mai scaturire da un essere a-naturale.

Abbandoniamoci all’amore, quindi, “necessario punto di partenza, nascita e rinascita, per ricominciare a vivere e pensare”.

Michele Gottardi

Classe 1995, maturità classica e laurea con lode in giurisprudenza all’Università di Trieste. Appassionato di storia, politica e religioni, amante del "bello" nelle sue forme più elevate e profonde.

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